Che Cos’è un Sintetizzatore? Tipi e Caratteristiche Principali
Qui scoprirai cos’è un sintetizzatore, quali sono le sue parti principali, come funziona e i tipi di sintetizzatori più comuni. Tutto spiegato in modo semplice e introduttivo.
1. Cos’è un Sintetizzatore e Come Funziona?
I sintetizzatori possono creare suoni originali oppure imitare quelli di altri strumenti attraverso il sound design.
Nel punto 2 vedremo quali sono le principali componenti di un sintetizzatore.
1.1 Come Funziona un Sintetizzatore?
Ecco come funziona un sintetizzatore:
A partire da lì si possono aggiungere altre onde con ulteriori oscillatori. La forma d’onda può anche essere modificata o filtrata (sintesi sottrattiva).
Questi sono i tipi di sintesi più basilari. A essi si aggiungono molti altri elementi per modificare ed arricchire il suono, come inviluppi, modulatori o effetti.
In questo caso: il sintetizzatore VST Sylenth1 di Lennar Digital
Oggi, con la crescente diffusione dei sintetizzatori VST o software, è molto utilizzata la sintesi a wavetable, come ad esempio in Serum.
In questa sintesi, invece di partire da forme d’onda semplici, è possibile scolpire digitalmente l’onda già all’origine, disegnandola graficamente. Questo permette di ottenere suoni molto più irregolari e personalizzati.
2. Quali Sono le Parti di un Sintetizzatore?
La maggior parte dei sintetizzatori è composta da questi 4 elementi fondamentali: Oscillatori, Filtri, Inviluppi e LFO.
2.1 Oscillatori (OSC):
Le forme d’onda più comuni sono: seno, dente di sega, quadra e triangolare.
Alcuni oscillatori possono generare anche rumore, che da solo ha poco interesse, ma combinato con altri oscillatori può dare texture interessanti.
2.2 Filtri (FILTER):
Ad esempio, può rendere il suono più morbido o più brillante.
2.3 Invilluppo (ENVELOPE o ADSR):
Vediamoli uno a uno:
- Attack: quanto tempo impiega il suono a raggiungere il volume massimo.
- Decay: quanto tempo ci mette a scendere dal picco iniziale al livello di sustain.
- Sustain: il livello di volume mantenuto mentre il suono è attivo (tasto premuto).
- Release: quanto tempo ci mette il suono a svanire dopo aver rilasciato il tasto.
2.4 LFO (Low Frequency Oscillator):
Le modulazioni possono riguardare: il filtro, il volume (per creare un tremolo), oppure gli oscillatori principali.
Nella maggior parte dei casi, l’LFO permette di scegliere la forma dell’onda, la profondità della modulazione, la velocità, ecc.
2.5 Altri Elementi
Altri elementi comuni nei sintetizzatori:
- Gli amplificatori, che regolano il volume in uscita.
- Il modulo effetti, per arricchire ulteriormente il suono.
- L’arpeggiatore, che consente di creare pattern melodici o ritmici (non sempre presente).
3. Quali Tipi di Sintetizzatori Esistono?
Esistono diversi modi per classificare i sintetizzatori. In questo articolo li divideremo in: analogici, digitali, ibridi, modulari e virtuali (VST o software).
Si possono anche classificare in base al tipo di sintesi (clicca qui per saperne di più).
A partire dalla metà del Novecento, i primi sintetizzatori analogici usavano impulsi elettrici per generare onde sonore tramite oscillatori. Con l’evoluzione della tecnologia, sono nati modelli ibridi e infine virtuali: i sintetizzatori VST, oggi i più utilizzati.
Vediamo brevemente ogni tipo:
3.1 Analogici
Funzionano tramite circuiti elettrici e generano suono con oscillatori analogici. Il risultato è un suono caldo, organico e a volte un po’ imprevedibile.
Sintetizzatore Analogico: Moog Subsequent 37
3.2 Digitali
Sono sintetizzatori fisici che non utilizzano componenti analogici. Usano processori digitali e algoritmi per generare e gestire i suoni. Offrono maggiore precisione, versatilità e funzionalità avanzate in spazi ridotti.
Sintetizzatore Digitale: Access Virus TI
3.3 Ibridi
Combinano elementi sia digitali che analogici. Di solito, hanno oscillatori digitali con filtri o stadi analogici.
Sintetizzatore Ibrido: Sequential Pro 3
3.4 Modulari
Sono sintetizzatori composti da moduli indipendenti (oscillatori, filtri, LFO, ecc.) che l’utente collega manualmente tramite cavi. Offrono massima personalizzazione, ma richiedono conoscenze avanzate.
Sintetizzatore Modulare: Make Noise Shared System
3.5 Virtuali / VST / Software
Strumenti virtuali che simulano il comportamento dei sintetizzatori reali. Funzionano su computer o tablet, solitamente come plugin all’interno di una DAW (software di produzione musicale), anche se alcuni possono essere usati autonomamente.
Sintetizzatore VST: Xfer Serum
Perfetti per la produzione musicale moderna. Guarda qui la lista dei migliori sintetizzatori VST consigliati.
Domande Frequenti – FAQ:
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